Paolo Pocobelli ritorna da display pilot nei cieli di Parigi, all’edizione in corso della 54^ edizione del Salon International de l’Aéronautique et de l’Espace di Parigi Le Bourget che si concluderà il 25 giugno.
“Effettuerà più esibizioni acrobatiche, cosa prova”?
“Una grandissima emozione e un privilegio. Si tratta di una delle manifestazioni internazionali più importanti nell’ambito aeronautico e aerospaziale, vi espongono i colossi dell’aviazione civile e dell’aeronautica, oltre che del settore aerospaziale, provenienti da tutto il mondo”.
“C’era già stato”
“Vi partecipai nel 2011in qualità di display pilot, il primo pilota professionista ad essere paraplegico, e presentai in quell’occasione il concept di Ali per tutti, in concorso per l’assegnazione del premio P.E.P.I.T.E. (Prix Européen Pour l’Intégration des Travailleurs Extraordinaires). Ali per tutti venne riconosciuto per i valori di inclusività che rappresentava, e premiato per mano dell’allora Presidente della Repubblica Francese, Nicolas Sárközy.
“Ali per Tutti in questi 12 anni ha abbattuto barriere importanti”.
“Dopo un’esperienza negli Stati Uniti, sono stato il primo pilota paraplegico commerciale, il primo istruttore di volo, il primo esaminatore, il primo pilota acrobatico professionista, non in categorie riservate. Ho così creato dei precedenti, che in Italia mancavano; ed ancora Ali per Tutti ha praticato mentoring, coaching e counseling, in maniera discreta e non chiassosa, per aiutare tutti coloro che avessero desiderio di avvicinarsi al volo, ma purtroppo con disabilità che non avrebbero permesso neppure un volo amatoriale. Abbiamo cercato di sensibilizzare non solo il mondo dell’aviazione civile, ma anche la società civile ad ampio raggio, all’inclusività, non solo per categorie protette, intendendo per inclusività una prassi che va estesa a tutti, indistintamente, portatori di disabilità e non”.
“Come avviene questa sensibilizzazione della società civile?”.
“Una delle attività che svolge Ali per tutti è andare nelle scuole, mostrare ai bambini, ad esempio, gli strumenti che rendono possibile ad un paraplegico la pratica di diversi sport, parlare di inclusività giocando. Solo nell’ultimo anno ci hanno accolto una decina di classi, di diverso ordine o grado, ed i bambini rimangono incantati quando si parla del volo, sono un pubblico straordinario.
Un altro ramo di attività riguarda invece incontri motivazionali o di best practice presso aziende e contesti di lavoro. Il mentoring, coaching e counseling non avvengono sottoforma di mero dialogo motivazionale -per riaccendere la consapevolezza di risorse ed energie di cui ciascuno dispone e da cui ripartire – Believe in yourself, believe in your dreams, believe in your wings, che è il nostro motto, è molto di più”.
“Lei è disabile, come è capitato”.
“Ero nato per volare: diplomatomi all’Istituto Tecnico Aeronautico, già a 23 anni avevo il PPL, il brevetto di pilota commerciale, avevo prestato servizio militare nel reparto contraerea (di cui sono ora ufficiale in congedo), ero paracadutista. Tutta la mia formazione andava in quella direzione. Un’assolata domenica di giugno del 1994 – era il mio 654° lancio di paracadute- si rivelò per me una pessima giornata. Negli anni che seguirono cercai altri spazi dove ricostruire competenze e professionalità. Nel 2005 decisi di recarmi negli Stati Uniti, dove ai disabili era permesso volare. Ci rimasi fino al 2009, ricominciando da capo tutto l’iter addestrativo: conseguendo la Licenza di Pilota Privato (PPL), l’abilitazione al Volo Strumentale e Plurimotore, la Licenza di Pilota Commerciale FAA ed ancora divenendo Istruttore di Volo ed Istruttore di Volo Strumentale (CFI e II). Tornato in Italia ho dovuto poi riconvertire tutte le licenze e terminare il percorso ATPL.
“Quindi ora è ritornato in quell’ambito che da bambino e poi da ragazzo l’aveva fatta sognare”
“Sì, nel 2014 sono stato chiamato ad essere istruttore di volo a Verona Boscomantico, per divenire nel 2018 Chief Instructor presso la Scuola di Volo dell’Aero Club di Verona”.
“Come è nata la possibilità di andare a Parigi?”.
“Dopo l’acquisto di un aereo acrobatico, un Cap 10 BK, costruito in Francia (F -HNGA), noto anche come ‘Il Piccolo Principe’, perché ritroviamo il celebre personaggio di Antoine de Saint-Exupéry, raffigurato sulla coda.
Dopo aver riportato l’aereo in Italia, i mesi invernali sono trascorsi alla ricerca di sponsors e partners, che potessero sostenere l’iniziativa.
Sparco, un’azienda italiana, con sede vicino a Torino, tra le più importanti al mondo in ambito sportivo, mi ha fornito una tuta studiata su misura sulle mie esigenze.
Importantissimo è stato il sostegno di Aero Club Verona, Albi Invest, Aviotechonologies, Banca Generali Wealth Management, Deal Makers di Salodini Angelo & Co., DT Studio SAS, e di tutti i privati, i professionisti e le aziende, che credono nell’iniziativa e la sostengono quotidianamente; il loro incondizionato supporto ha reso possibile la mia partecipazione a Paris Le Bourget”.
“Oltre Parigi, la sua vita sarà stata costellata di altri momenti indimenticabili”.
“Rimarranno per sempre impressi nella mia memoria, in quella della mia famiglia, dei miei bambini, di chi mi è vicino, i ricordi di quando, lasciandomi basito, mi chiamò l’Ufficio del Cerimoniale del Quirinale, cui seguì l’invito per ricevere dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, l’Onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Tutto questo avveniva nel 2019, con la seguente motivazione: “per la forte testimonianza e l’instancabile contributo alla rimozione dei limiti e alla promozione di una politica di pari opportunità delle persone con disabilità, rispetto alle attività di volo”.
“I prossimi progetti dopo Parigi?”.
“Sono tutti in divenire. Stiamo calendarizzando la partecipazione di Ali per Tutti ad altri airshow e manifestazione italiane, continuerà il lavoro di sensibilizzazione e tutte le attività in essere verranno potenziate; sicuramente, con l’acquisto dell’aereo acrobatico Cap 10, alcune delle prossime tappe sono già delineate”.