Cari lettori,
Wikipedia definisce il perdono come “la cessazione del risentimento personale e dei sentimenti scortesi nei confronti del colpevole, nonché il rifiuto della vendetta o delle richieste di punizione e risarcimento per le perdite e le sofferenze subite”, ma io aggiungerei risentimento e sentimenti scortesi che fanno male solo e semplicemente a chi li prova.
Sapete cosa succede quando si subisce torto?
Se non si riesce a perdonare il torto resta comunque, le sue conseguenze anche e rimane un dolore.
Quando si impara a perdonare il torto resta comunque, le sue conseguenze anche, ma il dolore va via, favorendo quindi il nostro benessere personale.
Il rancore, la rabbia e il risentimento sono abiti che restano cuciti addosso e che ci consumano.
Il perdono ci rende liberi, il perdono non è un atto di ingenuità ma un atto di amore verso noi stessi.
Non è essere deboli ma essere molto coraggiosi: è sempre una vittoria scegliere di essere buoni e, no, non dico ingenui, ma capaci di dare più peso alla nostra serenità che all’orgoglio.
Perdonare è anche un atto di clemenza e altruismo perché ci permette di metterci nei panni degli altri e capire che tutti possiamo sbagliare, che ognuno di noi, nelle varie fasi della vita che attraversa, non sempre è la versione migliore di sé.
Il passato è passato e non fa più parte del tempo che stiamo vivendo ora ed è giusto che rimanga lì, come la sofferenza che ne deriva e che ci è stata inflitta.
E non dobbiamo vergognarci se davanti a qualcuno ci siamo mostrati fragili e indifesi, se abbiamo permesso a una persona che amavamo o a cui volevamo bene di distruggerci perché il suo comportamento definisce chi è lui non chi siamo noi.
E preferisco essere una persona di cuore che a volte se l’è fatto calpestare che una persona vuota, cattiva o superficiale.
Tutto torna, date alla vita il grande potere di restituire.
Io, sono sincera, negli anni ho fatto molta fatica a perdonare realmente nel profondo le persone che mi hanno ferito, anzi forse due o tre non so se saprò mai perdonarle, ma credo abbia a che fare con il mio associare e considerare il “tacere” come segno di debolezza, sottomissione, inferiorità.
Crescendo ho però compreso che perdonare non è dimenticare, ma semplicemente è passare oltre, ricominciare, non dare potere a chi ci ha fatto del male di continuare a farcene.
Perdonare è salutare, fa bene alla nostra anima e al nostro fisico e, importante sottolineare, perdonare non significa sempre fare pace con quella persona o tornare ad avere un rapporto con lei.
Una delle mie frasi preferite è
“Io non parlo di vendette né di perdoni; la dimenticanza è l’unica vendetta e l’unico perdono.” Cit. Jorge Luis Borges.
Quindi provate a perdonare se vi è possibile e a dimenticare se non ne siete capaci… ma andate avanti.
Ci sono così tante persone belle, momenti felici e occasioni straordinarie che vi stanno aspettando.
Abbiamo solo una vita, merita di essere passata a sorridere e disegnare sogni.
Un abbraccio.