Verso la metà del VI millennio a.C. nel Sahara appaiono le prime pitture e incisioni rupestri, rappresentanti quasi sempre scene di animali, questa che si potrebbe già definire come espressione artistica si puó suddividere in due forme d’arte : dei cacciatori e dei pastori. In Sudafrica sono state scoperte delle pitture appartenenti ai Boscimani, più recenti, del III millennio, raffiguranti scene di caccia, combattimenti, danze, riti magici, tra questi venne trovata anche la famosa scena del pascolo dei bovini , tutto era disegnato in maniera molto stilizzata e semplice ma anche con l’utilizzo di colori ottenuti con materie prime molto naturali facilmente reperibili.
In seguito furono scoperte delle opere nigeriane del villaggio di Nok, si trattava di busti, nella realizzazione di quest’ultimi si nota la tendenza alla semplificazione che poi caratterizza la maggior parte della scultura e pittura africana.
È evidente l’importanza data a gli occhi che vengono messi in risalto rendendoli molto grandi e con le sopracciglie arcuate, per gli occhi usano un ingegnoso impasto formato da fango e latte di capra per dare lucidità. Le linee delle sculture sono morbide e tondeggianti, queste sculture, spesso busti e teste, venivano poi conficcate in un palo e ricoperte di pelle di animale per poi essere usate durante i riti funerari.
L’arte era legata alle funzioni religiose, si può dire che oggi questo aspetto, rappresenta una testimonianza storica molto importante. Usavano il colore rosso che era inteso come il simbolo della fecondità e della vita, il bianco simboleggiava l’eternità e il nero l’oscurità. Nel XX secolo molti artisti europei iniziarono a collezionare maschere e statue africane, ecco che con interesse si cominciò a prestare attenzione alle forme, i piani e i volumi di questi oggetti straordinariamente innovativi nella loro semplicità. I fauvisti André Derain, Henri Matisse e Maurice de Vlaminck furono i primi ad avvicinarsi all’arte africana.
Fu l’inizio di un nuovo periodo che sotto l’influenza di questa nuova arte trovò una innovativa espressione plastica. Con il termine di ” Arti Negre ” venivano chiamate le arti tribali del continente africano . La conoscenza di queste nuove forme delle Arti Negre influenzò le correnti artistiche come il Cubismo, l’Espressionismo Tedesco, il Futurismo italiano, il Fauvismo francese . Artisti come Pablo Picasso, Modigliani, Matisse, trovarono spunto nell’arte nera per sintesi degli schemi classici, nasce l’esigenza di superare le avanguardie storiche.
Oggi l’arte africana ha preso una sua posizione importante nell’ambito dell’arte internazionale, è un’arte che si impegna a contrastare il razzismo e la discriminazione sociale, gli abusi dentro e fuori il continente africano, si riferisce particolarmente al tema del colonialismo analizzando il passato. Esprime il concetto di parità di genere sviluppandolo in tutte le sue sfaccettature, mirando poi ad una società dove trionfa l’uguaglianza sociale.
L’arte africana inoltre si dedica alla sensibilizzazione sulla crisi climatica. Si vedono dipinti realistici, ritratti di persone africane che vogliono testimoniare la propria presenza, la propria esistenza , anche sociale. Questa ultimamente è l’arte africana più sentita, che con orgoglio rappresenta l’affermarsi della propria popolazione al livello mondiale.
Ricordo tra gli artisti africani più in vista, Zanele Muholi , una fotografa che si definisce una “Attivista Visiva”, le sue fotografie scrutano l’identità nelle sue molteplici sfaccettature, soprattutto quella sessuale, con una analisi che volge al ruolo del corpo.
Hinka Shonibare alla quale è stato assegnato il premio icona 2021 promosso dalla White Chapel Gallery di Londra e dalla Swarovski Foundation. Shonibare originario della Nigeria, si interroga sui temi del Colonialismo e del post-Colonialismo nell’era della globalizzazione.
Kara Walker, artista afroamericana che ha presentato al Museo dell’arte di Basilea una retrospettiva intitolata : ” A black holes is everything a star longe to be ” .
Simone Leigh , che con le sue sculture rappresenta storie di donne afroamericane, attraverso un percorso rivolto a dare uno sguardo alla storia con maggiore consapevolezza, per avere una comprensione più profonda della contemporaneità.
Ameryllis dejesus Moleski , artista afro-portoricana , che esplora temi come l’ibrido, la mitologia e la sessualità.
L’arte africana che venne da così lontano già nel periodo preistorico, ci è oggi così vicina e ci sorprende toccando temi profondi, un’arte che in un momento così critico rimette al centro l’essere umano e il rapportarsi con i suoi simili ricordando l’uguaglianza.
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