Anton Hiller, nato a Monaco di Baviera nel 1893 ha vissuto i primi anni della sua vita in una città chiamata Sigmaring a sud della Germania meridionale, situata sulle rive del Danubio, dove si trova il bellissimo castello Hohenzollern del XII secolo. Anton visse solo con la madre della quale portò il cognome, non conobbe mai il padre che per un problema diplomatico e sociale rimase sempre a lui ignoto. il suo nome doveva rimanere rigorosamente segreto, anche se provvide al sostentamento del figlio affinché crescesse con le dovute cure e ricevesse un’ottima educazione, tanto che il giovane ebbe la possibilità di scegliere di intraprendere la carriera artistica e fu uno dei più eminenti scultori tedeschi sin dalla conclusione dei suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, dove si poté trasferire, per seguire gli insegnamenti dell’eminente professor Hermann Hahn.
Le sue opere, sono sempre ispirate allo studio della figura umana e delle figure degli animali, inizialmente è stato influenzato dal rigoroso atteggiamento classicista di Hermann Hahn, ma una volta fatto suo il classicismo, riuscì meravigliosamente ad abbattere le idee tradizionali sulle figure e sulla loro rappresentazione pittorica per arrivare al concetto di ” forma originale” ossia alla stilizzazione essenziale, ed è proprio qui che Anton Hiller trova il fulcro della propria ricerca artistica. Soprattutto negli ultimi due decenni della sua vita, durante i quali creò figure semplici e concise, rigorosi corpi stereometrici in costellazioni che, nonostante tutto il rigore e l’astrazione costruttiva e architettonica, rivelano la figura umana come punto di partenza per la scultura, un concetto sul quale erano fondati quelli che si rivelarono essere dei veri e propri progetti scultorei.
Le sue opere, sono sempre ispirate allo studio della figura umana e delle figure degli animali, inizialmente è stato influenzato dal rigoroso atteggiamento classicista di Hermann Hahn, ma una volta fatto suo il classicismo, riuscì meravigliosamente ad abbattere le idee tradizionali sulle figure e sulla loro rappresentazione pittorica per arrivare al concetto di ” forma originale” ossia alla stilizzazione essenziale, ed è proprio qui che Anton Hiller trova il fulcro della propria ricerca artistica. Soprattutto negli ultimi due decenni della sua vita, durante i quali creò figure semplici e concise, rigorosi corpi stereometrici in costellazioni che, nonostante tutto il rigore e l’astrazione costruttiva e architettonica, rivelano la figura umana come punto di partenza per la scultura, un concetto sul quale erano fondati quelli che si rivelarono essere dei veri e propri progetti scultorei.
Se si osserva il lavoro di Anton Hiller, realizzato tra il 1913 e la sua morte nel 1985, possiamo notare fin dall’inizio che il suo lavoro è concentrato su delle linee semplici e allo stesso tempo monumentali, trovando la sua massima espressione nella stilizzazione sempre crescente delle sue opere. Nel 1974 scrisse: “Ho sempre attribuito grande importanza al fatto che nelle mie opere ci sia un solido nucleo interno, il blocco e che quest’ultimo sia concreto e palpabile e che tuttavia, ci sia un confine ben visibile, tra corpo e spazio aereo.
Le mie composizioni, si basano su effetti che esprimono la pace, il movimento e la funzione, essi devono essere espressi chiaramente per formare un tutto unificato.” E nel 1963 Anton Hiller scrive in una lettera: “Il mio lavoro si basa su un’etica architettonica, nella quale l’orizzontale e il verticale giocano un ruolo dominante. La progettazione avviene attraverso la costruzione di corpi cubici, nei quali è incluso lo spazio aereo libero.
La razionalizzazione della forma è una mia esigenza. Anche i movimenti fisici e direzionali sono soggetti per la scultura, essi possono essere percepiti come ispirazioni per un nuovo lavoro scultoreo.” Nei suoi ultimi lavori, Hiller si e dedicato a questo processo di astrazione, che logicamente nasceva dal suo sforzo di rappresentare la “forma originaria”, fino ad un punto finale assoluto. La Kunsthalle Mannheim in occasione del centenario di Anton Hiller , ha voluto commemorare questo scultore tedesco, estremamente significative per la storia dell’arte, attraverso le sue opere e citando un principio dello stesso Hiller, ossia quello che “nel corso della storia dell’arte segue la dura legge dell’innovazione e chi non arriva in tempo deve accettare la sorte del ritardatario”.
Hiller, che fin dagli anni ’20 fu uno degli scultori tedeschi d’élite, nel suo ottavo e nono decennio di carriera artistica aprì nuove possibilità stilistiche, possibilità che ovviamente derivarono dal confronto con altre posizioni artistiche, da lui stesso riconosciute ma che al contempo, sembrava volesse massimamente abbandonare e far sì che le proprie esperienze venissero comprese. Il periodo più tardo della sua produzione artistica che lo portò a metodi di stilizzazione del modello naturale fino alla gestione libera e sicura delle forme, fu guidato dalla passione verso il semplice, il rigoroso e monumentale che erano già il suo timbro da sempre.
Per Anton Hiller la disposizione più astratta degli elementi geometrici conserva la conoscenza della realtà, rimanda alla figura nel senso tradizionale e quindi al proprio passato. L’atteggiamento severo e classicista di Hahn impressionò senza dubbio il giovane studente, tanto quanto i suoi compagni di studio che furono Ludwig Kasper, Fritz Wrampe e Toni Stadler. Nel 1923 grazie ad una borsa di studio potè frequentare una scuola in Italia a Roma e nel 1926 si trasferì in Francia a Parigi per un lungo periodo, per ciò che riguarda lo studio in Francia egli per la sua giovane età, poté prendere ispirazione dall’esperienza artistica di Ruhm von Rodin e Maillol.
Durante la sua carriera ebbe svariate esperienze lavorative in Francia, dove frequentò e si poté confrontare con altri colleghi come Charles Despiau. La carriera artistica dello studente del professor Hahn cresceva e si formava, respirando un’aria internazionale. Hiller non credeva che gli insegnamenti di Adolf von Hildebrande, così modificati da Hahn, avessero alcun significato formativo. Come sottolineò in una conversazione del 1975, aveva già avuto un confronto a distanza con Hildebrand prima della prima guerra mondiale; lui era molto più aperto alle suggestioni di Rodin e Maillo, ma anche ad alcuni modelli storici: come la prima arte greca, Nicola e Giovanni Pisano e Jacopo della Quercia; le pubblicazioni di Adolfo Venturi gli avrebbero dato la possibilità di conoscere anche i maestri italiani.
Il movimento artistico del “ Blu Reiter ” – vista “come un segnale” – gli apriva orizzonti completamente nuovi. A suo avviso non importava quanto ampio potesse essere stato lo spettro delle influenze in questi anni turbolenti della storia dell’arte, la cosa più importante sarebbe stata quella di rompere o almeno allentare i canoni tradizionali e di ritornare alle origini i cui principi sembravano essere stati sepolti dai vari sviluppi a partire dal Rinascimento. Un completo rifiuto della tradizione, come dimostra l’esempio di Kandinsky nel campo della pittura, non era ancora contemplato nel pensiero del nostro giovane scultore. Piuttosto, fu la sua indole personale a condurlo al confronto con il modello naturale, solo gradualmente poi lo portò alla scoperta della sua vera essenza artistica, quella che Hiller intendeva essere la sua “forma originale”. Lo scultore Anton Hiller oltre ad aver esposto già durante la sua lunga carriera artistica,
alla Biennale di Venezia, ha esposto anche in America al Guggenheim Museum in New York e al Guggenheim-Museum in Bilbao così come in molti altri importanti musei in Germania, a Monaco di Baviera nella Haus der Kunst e nella Neue Pinakothek, ad Amburgo alla Kunst Halle; ha pertanto ricoperto molti incarichi e ricevuto numerosi ordini per le sue sculture monumentali che gli vennero commissionati anche dalla Regione della Baviera. Ultimamente è stato esposto all’ Art Miami e sarà esposta qualche sua opera in Germania all’Art Karlsruhe .
Alcune opere di Anton Hiller
La “Donna seduta”, è a grandezza naturale, modellata in gesso nel 1923, appartiene ad una collezione privata, fu realizzata al termine degli studi accademici, non è solo testimonianza della maestria iniziale:
la figura contiene studi e soluzioni artistiche embrionali che determineranno il successivo sviluppo di Hiller. La giovane nuda siede rilassata e pensierosa su un prospetto squadrato. La gamba sinistra è posizionata quasi ad angolo retto, la parte inferiore della gamba destra è tirata indietro in modo che il piede si trovi diagonalmente tra il blocco del sedile e il tallone del piede sinistro. Il busto si inclina leggermente all’indietro, ma le spalle e la testa leggermente inclinata contrastano questa direzione. Il braccio destro pende verso il basso; quello sinistro è appoggiato sopra la coscia, la mano copre la zona pubica. Le forme seguono il modello naturale. La figura trasmette l’impressione di grande calma. Le espressioni facciali non sono esenti, la struttura figurale parla più chiaramente di uno stato mentale.
Masse e le direzioni sono rigorosamente bilanciate, la vista frontale lo mostra ancora più chiaramente che la vista laterale. Il fabbisogno di spazio della “persona seduta” è regolato da un lato dalla visione a tutto tondo, dall’altro dalla mancanza di gesti attivi; qualunque sia l’angolazione da cui si guarda la figura, il suo contorno rimane calmo e chiuso.
Gehende
Bronzo grandezza naturale, realizzato nel 1943-44, conservato nella Galleria d’arte statale Lembachhaus a Monaco di Baviera. Un’opera questa che se fosse musica suonerebbe solo piano, una figura giovane che avanza timidamente. L’avambraccio destro è piegato in avanti, la mano si chiude in una presa allentata; il braccio sinistro pende verso il basso. La forma del busto è solo leggermente influenzata dai contrasti nella posizione degli arti; il centro della forza fisica è anche il centro della calma. La testa è immobile, la semplicità raggiunge una certa regalità senza interrompere l’effetto generale nella sua complessità.
-Figura di adolescente, realizzata nel 1953 .Qui si comincia a notare la semplificazione delle linee, la stilizzazione del corpo .
-Il fantino sul cavallo 1951, un bronzo anch’esso realizzato con linee essenziali.
-Il gruppo di cavalli 1960.
-Apollo 1964 un modello in legno .
-Figura a colonna 1965
-Piccolo torso , un bronzo 1966
E molte altre …
Ovviamente Anton Hiller era anche un disegnatore oltre ad essere uno scultore, sono da ammirare anche i suoi bellissimi acquarelli e i suoi disegni a carboncino dove raffigura tutti i suoi infiniti studi sul corpo umano e i corpi degli animali. Spero di aver fornito in breve un barlume di informazioni in merito a questo meraviglioso artista e di aver suscitato in voi il desiderio di fare una ricerca più approfondita, ci sarebbe da scrivere tanto di più ma lascio a voi il piacere di scoprire migliaia di opere da ammirare .
La foto di copertina è di proprietà degli eredi Anton Hill concessa a Maria Livia Pellicano; le altre foto sono di Maria Livia Pellicano