Fondazione Arena di Verona celebra 50 anni d’opera al Teatro Filarmonico riproponendo dopo mezzo secolo il titolo che inaugurò la prima Stagione artistica nel 1975, ma con uno spettacolo tutto nuovo. 

L’opera di Antonio Salieri va in scena per la prima volta in edizione critica, prodotta da Fondazione Arena, edita da Casa Ricordi e a cura di Elena Biggi Parodi, musicologa, titolare della cattedra di Storia e storiografia della musica al Conservatorio di Parma e critico musicale cui si deve la riscoperta di numerosi scritti del compositore, del quale ha già pubblicato il catalogo completo delle opere.

Falstaff, una gemma del teatro musicale da riscoprire, grazie alla regia dell’esperto shakespeariano Paolo Valerio, con scene di Ezio Antonelli e luci di Claudio Schmid, in una lettura settecentesca e frizzante, con un cast di giovani talentuosi e i complessi artistici di Fondazione Arena diretti da Francesco Ommassini.

Dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, Verona dovette attendere la ricostruzione del Teatro, per mano dell’Accademia Filarmonica, prima di rivedere l’opera sul principale palcoscenico al coperto della città. Era il 1975 e, per i 150 anni dalla morte di Salieri, andò in scena Falstaff: inaugurazione lirica del Teatro e vera e propria riscoperta, che fece circolare l’allestimento in numerose città, prima di tornare a Verona nel 1981. Da allora molti passi avanti si sono fatti nella rivalutazione di Salieri e della sua arte, liberi dalla leggendaria rivalità col coevo Mozart, immortalata in prosa da Puškin e al cinema da Amadeus

Salieri, nato nel 1750 da commercianti di Legnago, da sempre votato alla musica, fu notato a Venezia da Florian Leopold Gassmann, compositore alla corte degli Asburgo, che lo portò con sé come allievo a Vienna. Qui il giovane veronese conquistò anche la fiducia dell’Imperatore, che lo nominò Hofkapellmeister dopo il suo maestro. In questo ruolo amministrò fino alla morte (esattamente duecento anni fa) il patrimonio musicale di corte, i musicisti, le esecuzioni e il repertorio, fornendo in prima persona nuove composizioni in ogni genere, tra cui serenate, sinfonie, concerti, inni, messe, opere serie e buffe. A Vienna Salieri fu anche un ricercato insegnante: fra i suoi allievi, che spesso citarono il proprio maestro con dediche o variazioni di temi dalle sue opere, si annoverano Beethoven, Cherubini, Czerny, Hummel, Liszt, Meyerbeer, Schubert.  

Falstaff fu scritta nel 1799 per il Teatro di Porta Carinzia (sede di storici debutti da Mozart a Offenbach, passando per Beethoven, Chopin e Donizetti), su libretto di Carlo Prospero Defranceschi. È un’opera fra le più mature tra le circa quaranta firmate da Salieri. Partendo dalla celebre commedia shakespeariana Le allegre comari di Windsor, il compositore condensa abilmente i numerosi personaggi in poche essenziali figure, conservando la trama dell’originale e combinandole con le esigenze convenzionali dei ruoli dell’epoca. Il risultato è originale e la commedia procede speditamente con un’estremamente moderna successione di scene e numeri musicali in continuità, includendo tutte e tre le burle di Shakespeare (ridotte invece a due dal più celebre Falstaff verdiano del 1893). Un successo per l’opera italiana buffa anche in terra viennese, che Salieri omaggiò con una aria in lingua tedesca, spiritosamente inserita nell’azione. 

Protagonista è il nobile decaduto sir John Falstaff, carattere larger-than-life, a caccia di piaceri culinari e sostegni economici. Sir John tenta di sedurre due donne sposate, le quali, a dispetto dei rispettivi mariti, ordiscono tre finti appuntamenti per Falstaff, umiliandolo in pubblico altrettante volte. Partendo dall’indomita energia del protagonista, Casanova nello spirito, ma meno nel fisico, il regista Paolo Valerio ha curato una cornice veneziana e rococò, l’ambiente libertino per eccellenza ed epoca della scrittura dell’opera comica. Questo mondo rivive con le scene e il projection design di Ezio Antonelli, le luci di Claudio Schmid e un affiatato cast di giovani talenti dell’opera: nel ruolo del titolo, Giulio Mastrototaro “insidia” Gilda Fiume, mrs. Ford, e Laura Verrecchia, mrs. Slender, ad insaputa dei mariti (dalle parti altrettanto esigenti vocalmente) di Marco Ciaponi e Michele Patti. Completano il cast la cameriera Betty di EleonoraBellocci e il servitore Bardolf di Romano Dal Zovo. L’inarrestabile azione scenica è resa ancor più vivace dai numerosi mimi coordinati da Daniela SchiavoneL’Orchestra di Fondazione Arena e il Coro preparato da Roberto Gabbiani sono diretti dal maestro veneziano Francesco Ommassini. L’opera è inserita nel programma di Mozart a Verona 2025, Festival diffuso in tutta la città. 

Falstaff sarà presentato al pubblico giovedì 16 gennaio alle 18 nella prestigiosa Sala Veranda dell’Accademia Filarmonica (via Mutilati 4) dalla curatrice dell’edizione critica Elena Biggi Parodi. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. 

Falstaff inaugura la Stagione Lirica 2025, ricca di capolavori rari e titoli in prima esecuzione assoluta al Teatro Filarmonico: è ancora possibile acquistare abbonamenti, nuovi carnet e biglietti singoli per ogni data al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati. 

BCC Veneta rinnova il suo legame con Fondazione Arena di Verona anche per il 2025, confermandosi main sponsor della Stagione Artistica del Teatro Filarmonico.

Foto-dall’alto: Teatro Filarmonico; da sx: MazzoliniMagnaboscoValerioBiggiparodiPivaTrincanatoTrespidi; manifesto Falstaff